Bulgari

Il fondatore della più prestigiosa azienda italiana fu nel 1884 il macedone Sotirios Voulgaris, argentiere e creativo. Egli all’inizio si trasferì dall’Epiro a Roma dove espose alcuni manufatti in argento in vetrine di altri orefici per poi aprire un anno dopo la sua prima gioielleria in Via Condotti con insegna “Old Curiosity Shop” dal titolo di un romanzo del celebre Charles Dickens, che diventò durante gli anni ’50 il riferimento per tantissime nobildonne e diverse dive del cinema come Audrey Hepburn, Sofia Loren e Ingrid Bergman ( si contano circa 40 film in cui compare un gioiello Bulgari ). Noto per la serie animalier e per le vistose spille oltre per l’uso di smeraldi e diamanti di incomparabile rarità, grazie ad una Joint-venture con il Gruppo Leviev (LLD Diamonds Ltd ) maggiore produttore di gemme tagliate nel mondo con ricavi per 2,5 miliardi di euro annui. Oggi Bulgari è nel mondo sinonimo di made in Italy nel lusso come lo sono Armani o Valentino per la moda e genera ricavi annui di circa 1,5 miliardi di euro. Dal 1990 commercializza anche linee di profumo e accessori nei suoi 300 negozi tra cui spicca l’enorme torre di Tokyo da 1000 mq. Nel 1995 Bulgari si quota in Borsa a Milano e nel 1996 produce articoli in seta.
Dal 2011 Bulgari rientra fra le aziende partecipate dal polo LVHM (Luois Vuitton) cui si deve un robusto investimento in pubblicità crossmediale e nel 2017 l’apertura della più vasta manifattura orafa europea a Valenza (in Piemonte) nota capitale italiana e non solo dell’alta gioielleria.
Dal 2004 Bulgari ha aperto, con il Gruppo Marriot, spettacolari Hotel di lusso a Dubai, Milano, Londra e Bali cui nel 2023 seguiranno Parigi, Mosca e Tokio.

Nel settore charity, Bulgari ha da sempre mostrato un costante impegno, ovviamente orientato ad incrementare il prestigio e la brand reputation della maison. In particolare, nel 2014 si occupò del restauro di Trinità dei Monti a Roma e ultimamente ha investito oltre 240.000 dollari per un intervento di restauro presso il Vittoriano, sempre a Roma oltre al commendevole progetto denominato “Punto luce” in collaborazione con Save the Children e orientato a finanziare progetti di artigianato locale destinati a ragazzi borderline.