Cento Lire Vittorio Emanuele III

Tra le più ricercate monete in oro rientra la moneta da Cento Lire coniata durante il Regno di Carlo Alberto (famoso per aver liberato l’Italia dal giogo austriaco durante la I Guerra di Indipendenza) e dal suo successore Vittorio Emanuele III, re d’Italia e d’Albania nonché imperatore di Etiopia, famoso per il “Corpus nummorum italicorum” ponderosa opera in ben venti volumi.

Oltre alle monete auree da Cento Lire celebrative della marcia su Roma (Fascio, 1923) e quelle con l’aquila sabauda e la Vetta d’Italia, molto richiesta dai collezionisti è la cosiddetta “aratrice”. Essa fu, infatti coniata in soli 4.946 esemplari in oro 900% con diametro 35 mm e massa grammi 32,25 durante gli anni 1910/1912 e- solo per numismatici- nel 1926/1927.

Tale moneta deve la sua importanza nel campo dei collezionisti per la sua originalità anzitutto: all’effige del regnante Vittorio Emanuele III si accompagna, sul retro, una simbolica rappresentazione dell’Italia nelle fattezze di una aratrice che reca delle spighe di grano nella mano sinistra e regge il manico di un aratro nella mano destra.

Il suo valore è quindi storico ma anche simbolico e non è determinato solo dalla sua rarità ma, anche da altre  specifiche caratteristiche che la rendono particolarmente interessante. 

La valutazione numismatica di una moneta si deve oltre che al numero di pezzi coniati anche al suo stato di conservazione che viene classificato dalla lettera “D” (discreto) di moneta usurata, alla lettera “B” (bello) di moneta poco leggibile, sino alle più desuete “SPL” (splendido) e “qFDC” (quasi fior- di- conio) e, ancora “FDC” (fior-di-conio) cioè monete prive di segni di usura e con bordi e rilievi pressochè perfetti.

Concorrono inoltre a determinare il valore di una moneta anche altre caratteristiche quali:

  • Patina: presenza o meno di velature cagionate da fonti luminose o da agenti chimici;
  • Coniazione: qualità del conio e rilievi ben visibili;
  • Provenienza: precedenti possessori e collezionisti celebri 

 

In conclusione possiamo asserire che la Cento Lire “aratrice” risulta fra le più apprezzate monete auree di produzione italiana, al punto che già da metà Nocevento ne sono circolate numerose imitazioni realizzate in lega aurifera comune (oro 750%).