Festa degli innamorati (S.Valentino)

In Italia sono circa 12 milioni le persone che festeggiano San Valentino il 14 febbraio, generando un volume d’affari tra i 100 e i 300 milioni di euro (+ 35% nel 2023, pari a 71 euro pro-capite per fiori e cene) cifra enorme ma ben inferiore ai 6 miliardi di euro delle festività pasquali e ai 10/13 miliardi di euro del Natale. Si stima che nel mondo ancora oggi si scambino in tale data circa 1 miliardo di cartoline di auguri. Ma da dove nasce questa tradizione? San Valentino è stato il vescovo di Terni, divenuto martire perché decapitato il 14 febbraio dell’anno 274 d.C. .

Secondo la leggenda, infatti, egli si rese colpevole del matrimonio tra il legionario Sabino e la cristiana Serapia, sostenuta economicamente da Valentino. In realtà tale episodio, sebbene sia presente anche nel poema di Chaucer, ha una tradizione molto antica. Era infatti, già ai tempi di Giulio Cesare e poi di Ottaviano Augusto, diffuso il “lupercalia”, una festa, potremmo dire, di tipo carnevalesco ispirata al ciclo della vita e della morte riferita alle attività pagane in favore dell’agricoltura e utilizzate come strumento di incremento demografico. Il 15 febbraio di ogni anno infatti era in uso, in vari paesi europei ,che le donne preparassero delle focacce con il primo grano della mietitura e che alcuni giovani selezionati dalla comunità sgozzassero dei capri ed un cane in una grotta chiamata “lupercal” ai piedi del monte Palatino (ove avrebbero vissuto Romolo e Remo), vestendo le pelli degli animali uccisi e “battezzandosi” con il coltello ancora insanguinato prima di correre ,ridendo ,seminudi per le strade e picchiare con una striscia di pelle donne anziane sterili così da attingerle per la fertilità (questi giovani venivano chiamati “creppi”, cioè capri). Il rito veniva accompagnato da balli, giochi, mascherate in cui i servi prendevano temporaneamente il posto dei propri padroni.

La Chiesa bandì presto tali eventi e fu, nei suoi quattro anni di pontificato, Papa Gelasio I a recuperare e migliorare tali riti pochi mesi prima della sua morte. Tale Papa infatti, ultimo Papa di origini africane della storia, trasformò queste forme carnascialesche in rituali meno chiassosi e orientati all’amore. Oggi grazie a questa rinnovata tradizione ,che certamente trae spunto anche dalla biografia del santo, la cosiddetta “festa degli innamorati” è festeggiata in molti paesi del mondo, sia pure con modalità diverse: in Inghilterra ci si scambia cioccolatini e biglietti d’amore anonimi denominati “Valentine”, in memoria del nomignolo con cui Carlo D’Orleans scriveva biglietti anonimi alla moglie mentre scontava i suoi 25 anni di prigionia, citati anche nel dramma intitolato Enrico V di Shakespeare ; in Giappone è la donna a regalare cioccolatini all’uomo, il quale deve ricambiare un mese dopo: chi non rientra in questo scambio segue la tradizione di recarsi a mangiare spaghetti al nero di seppia (sperando di trovare l’anima gemella!); in Thailandia festeggiano tale ricorrenza solo i promessi sposi; nelle Filippine si organizzano matrimoni di massa; in Slovenia gli innamorati fanno una passeggiata tenendosi per mano nei parchi ; nel Galles si festeggia a gennaio scambiandosi cucchiai di legno come in uso tra i marinai prima delle navigazioni; in Brasile la festa cade nel periodo del carnevale e viene quindi solitamente festeggiata il 12 giugno quando si celebra il “dia dos enamorados”. La tradizione dei lupercalia resiste in Sudafrica dove, tra danze e maschere, la donna appunta sulla manica del proprio vestito il nome dell’uomo che desidera.

San Valentino è comunque anche una festa dell’amore in senso lato. In Estonia, Finlandia e Stati Uniti infatti in tale data si è soliti festeggiare anche semplici amici o famigliari.