Pandora

Oggi tutti conoscono i gioielli firmati Pandora. Si stima che il loro volume di vendita sia al terzo posto dopo brand storici quali Tiffany e Cartier. Pandora nacque nel 1982 a Copenaghen come piccolo laboratorio orafo a conduzione familiare. Solo di recente , e precisamente nel 2008, la maggioranza delle azioni di tale soggetto giuridico è passata al gruppo Axel, tra i maggiori fondi di private equity del mondo.

Dal 1989, infatti, la famiglia Enelvoldsen ebbe l’intuizione di inaugurare un grande hub produttivo in Thailandia, operando una lungimirante azione di delocalizzazione mirante ad abbattere sensibilmente i costi di manifattura. Oggi Pandora conta 9.000 dipendenti e una dozzina di Direzioni continentali, generando ricavi annui per oltre 3 miliardi di dollari. La notorietà del brand Pandora è ampiamente dovuta ai loro charms (cioè pendenti) in argento 925 millesimi, con i quali hanno avviato, già dai primi Anni Duemila, un duplice ed efficacissimo progetto di democratizzazione del lusso coniugato con l’altrettanto diffusa esigenza di personalizzazione dei monili richiesta dalla clientela retail.

Assai floride, inoltre, si sono rivelate le intuizioni dei loro orafi e dei manager nell’arricchire la collezione in argento con collezioni di monili realizzati con quarzi colorati , con diamanti certificati , con pellami di alto pregio e con smalti particolarmente raffinati, addirittura raffiguranti icone e personaggi di indiscutibile attrattività per il pubblico più giovane , quali i personaggi della fortunata serie Harry Potter e, soprattutto, i noti protagonisti dei cartoni animati della Walt Disney.

Una curiosità: il nome Pandora significa “tutto un dono”, ed è il nome di uno dei più famosi miti dell’antichità. La storia di Pandora è stata raffigurata in numerosi reperti vascolari addirittura precedenti lo scultore Fidia e , in maniera più evidente, nel noto quadro di Waterhouse di fine Ottocento nel quale questa divinità, nota anche come la “prima donna”, viene raffigurata accanto ad un vaso o scrigno in oro. Come racconta Esiodo ne Le opere e i giorni e nella Teogonia, e come poi narrato da Apollodoro , Erodoto , Eschilo ed Ovidio , Pandora era la sorella di Prometeo , il quale era stato condannato da Zeus nel noto episodio in cui aveva donato il fuoco al genere umano. Pandora, generata dal dio del fuoco Efesto (Vulcano per i Romani), era stata oggetto di doni quali la grazia, l’ingegno, la virtù e la bellezza da tutti gli dei.

 

Il dio Mercurio le aveva donato, infine, la curiosità ed ella, come nella “subita dementia” del mito di Orfeo, a causa dell’eccessiva curiosità aveva disobbedito all’ordine impartitole da Zeus, consistente nel trasportare un vaso contenente dei doni misteriosi senza mai aprirlo. Aprendolo Pandora ne aveva fatto fuoriuscire il reale contenuto, e cioè la pazzia, la vecchiaia, il vizio, la malattia e la gelosia, lasciando sul fondo la speranza, dono ultimo da intendersi anche in senso negativo e cioè come semplice aspettativa. Così facendo anche la prima donna della tradizione greca determinò la sofferenza per il genere umano similmente a quanto cagionò Eva cedendo nell’Eden alla tentazione del Maligno.