Tiffany & Co.
La più antica tra le 5/6 maison più prestigiose di alta gioielleria nacque come… emporio!
Nell’estate del 1837 – stesso anno della Hermes – il venticinquenne John B. Young e Charles Lewis Tiffany amici di infanzia , negli stessi giorni in cui muore Leopardi, fondarono una società che principalmente commerciava cancelleria ma che in pochi anni si riuscì ad imporre per l’originalità delle creazioni dei fondatori tanto che fu per loro che si stabilì in 925 ‰ ( cioè 92,5 %) la percentuale di argento puro da utilizzare per legge negli Stati Uniti per il cui governo ridisegnò lo stemma per le banconote .Nel 1850 Tiffany inaugurò la sede di Parigi e nel 1865 si espanse a Londra e Ginevra ove produsse spade e materiale bellico.
Dal matrimonio tra Charles Tiffany e la sorella del socio nacque Louis Comfort Tiffany che rese l’azienda leader del lusso grazie alle sue originali creazioni ispirate al movimento franco belga “Arts and Crafts” e fautore dello stile innovativo tipico del periodo “liberty” del primo Novecento, insieme ai francesi Lalique, Gallè e all’italiano Bugatti.
Oggi Tiffany conta 14.000 dipendenti, fattura 4,5 miliardi di dollari e dopo un anno di trattative è stata acquisita, il 30 dicembre 2020, per 15,96 miliardi di dollari dal polo del lusso LVMH, guidato da quasi vent’anni dall’italiano Antonio Belloni, braccio destro del proprietario Arnault, terzo uomo più ricco del mondo e già proprietario di Louis Vuitton, Bulgari, Loro Piana, Fendi, Sephora e di una quota di Ferrari.
Tra i grandi gioiellieri è l’unico a poter partecipare all’asta mensile di diamanti grezzi (lavorati secondo le procedure del Kimberly Process) di De Beers, riservata a una settantina di conglomerate russe, israeliane e indiane note come “ Sightolders “.
Uno studio ha dimostrato che la sola vista del verde Tiffany ( Pantone PMS/1837)aumenta il battito cardiaco in quanto esso è dal 1845 sinonimo di eccellenza e di rarità nell’immaginario collettivo, essendo il frutto di uno studio che evidenzia il turchese come colore preferito delle spose in epoca vittoriana , aduse a ragalare alle inservienti spille di turchese a forma di colomba in ricordo delle nozze.